Fra i numerosi racconti che hanno partecipato al Premio “Storie a Primavalle” ce n’era uno scritto da Fabrizio Fontana: Ginetto.
Un racconto breve (circa duemila battute) che io ricordavo, però, in una forma più ampia e distesa che mi piacque subito. Tale versione lunga, tratta da youtube, la propongo al vostro giudizio, poco sotto. È la storia di un giovane protagonista del quartiere, abitante in via Luigi Sincero, la stradina senza sbocco che parte da via Monti di Primavalle.
La narrazione è piana e quietamente nostalgica, e densa di minuscole impressioni che, almeno ai più vissuti, rammenteranno fatti ed episodi delle nostre parti: parti primavalline.
Da parte mia ricordo con vividezza via Luigi Sincero, dove abitavano due mie compagne di scuola. Anni Settanta: la nostra classe, uscita dalla XXV Aprile, si incamminava per la Borromeo, passava San Zaccaria Papa, poi Clemente XI, quindi scendeva per Monti di Primavalle: man mano il gruppetto si assottigliava, qualcuno prendeva per l’Assunzione o Forte Braschi, altri per Pasquale II, alcuni per via Torrigio. Elisa e Danila si infilavano per via Luigi Sincero, al cui imbocco, a sinistra, ricordo quattro piccole botteghe: la tintoria, un vino e oli, una merceria e il meccanico.
Una certa aria di paese ancora sovraintendeva alla vita del quartiere. I rapporti fra conoscenti e familiari erano semplici, senza troppi sottintesi. Dalla vita ci si aspettava il meno peggio.
Non voglio, però, fare un feticcio di quegli anni. In fondo, come scrisse il primo poeta romano, l’Anonimo, di tali cose mi ricordo appena, “come per suonno“: come in un sogno.
(g.c.)