Branduardi, Il Rovescio della Medaglia e i duri di Primavalle

Una leggenda gira a Primavalle: al teatro della chiesa di Santa Maria della Salute, a piazza Capecelatro … alla fine degli anni Sessanta … c’era questo gruppo … ma sì, erano di Primavalle … il batterista almeno … poi lui se n’era andato e aveva fondato “Il Rovescio della Medaglia” … quelli duri, durissimi …
Vero o no? Forse sì.
Il gruppetto beat che suonò a Capecelatro poteva essere quello de “I Lombrichi”, formatisi proprio nel 1969; il loro batterista, infatti, Gino Campoli, ne uscì per fondare, l’anno dopo, “Il Rovescio della Medaglia” con Pino Ballarini (voce), Enzo Vita (chitarra), Stefano Urso (basso) cui si unì, dal 1973, Franco di Sabatino alle tastiere.


“Il Rovescio della Medaglia” suonava una curiosa commistione fra pop sinfonico (comune a certo progressive europeo) e un potente hard rock ispirato da Blue Cheer, Deep Purple e Black Sabbath.
Tali influenze, però, che non tolgono nulla alla loro originalità: l’invidiabile impianto da 6000 watt, l’ottima strumentazione e la sicura perizia d’esecutori ne fece degli animali da palco che gli assicurò fama anche fuori d’Italia (gustoso un loro “Live in Tokyo”).
Storico il loro primo concept album La Bibbia (1971) seguito dall’ancor più interessante Contaminazione (1973).
E Primavalle?
Al netto di qualche distinguo e verifica, da operare in futuro, pare tutto confermato … e da chi? Ma nientemeno che dalla fresca biografia di Angelo Branduardi (Confessioni di un malandrino, 2022). Il bravissimo cantautore folk, celebre per Alla fiera dell’Est e Cogli la prima mela, ricorda:

Dopo l’uscita dell’album [Angelo Branduardi, 1974], i concerti presero una nuova piega, soprattutto grazie all’interessamento dell’impresario della band ‘Il Rovescio della Medaglia’, che aveva gradito il disco e mi propose di aprire i loro concerti. Il ‘Rovescio’ era un potentissimo gruppo hard-rock-prog con il quale avevo già collaborato nel 1971 suonando il violino (non accreditato in copertina nell’album d’esordio: ‘La Bibbia’.
Figuratevi questi, con la loro musica piena di chitarre distorte, cosa potevano azzeccarci con me che uscivo e facevo ‘Confessioni di un malandrino’ … la gente rimaneva senza parole … Col ‘Rovescio’ feci un sacco di date (tutte gratuitamente, solo per il rimborso delle spese) e rimasi con loro almeno un anno. Avevo un rapporto di amicizia bellissimo soprattutto col batterista, Gino Campoli, persona di rara sensibilità e intelligenza a cui feci conoscere
Il signore degli anelli. Poi c’era il cantante Pino Ballarini e il chitarrista Enzo Vita, che veniva chiamato ‘Er Capello’ per via della lunghissima chioma. Enzo era appassionato di Stravinskij e ogni tanto negli assoli piazzava frasi del compositore russo. Infine c’era il bassista Stefano Urso, un tipo bizzarro che amava travestirsi da donna e che, conseguentemnete, si era visto affibbiare il soprannome di ‘Truccolino’. Alla band si era aggiunto anche il tastierista Franco Di Sabatino che in seguito collaborerà a lungo con me. La band (compreso il sottoscritto) girava con un furgone Fiat 238 e aveva un superimpianto per l’epoca. Sia i musicisti che lo staff tecnico venivano da Primavalle, nelle borgate romane; tra loro c’erano ‘Er cipolla’, ‘Er tonno’, ‘Er negro’, ‘Er pentola’, ‘Er pentolino’, eccetera, e io al loro confronto sembravo un damerino …
Tempo dopo quando ‘Il Rovescio della Medaglia’ si sciolse e io potei permettermelo, rilevai tutto: l’impianto e i tecnici. Con loro girai l’Europa e tuttora nutrono per me un affetto pazzesco. Insieme fondammo anche una società di service audio e luci, denominata ‘La Scossa’ …
Più avanti toccò anche a me subire ogni tanto delle contestazioni da parte di chi pretendeva musica gratis. Ma in quei casi c’erano i tecnici di Primavalle che si schieravano e vi giuro che facevano veramente paura, nessuno riusciva a salire sul palco …

Avete capito? Primavallese tosti dentro e fuori il palcoscenico.

In chiusura: date un’occhiata alla biografia di Angelo Branduardi. Solo per scoprire cosa fosse il pop a quel tempo … Branduardi che amava Esenin, Tolkien, Yeats e i trovatori … e che suonava da pari a pari con mostri sacri del rock come Jorma Kaukonen … a pensare alla latrina musicale del 2023 vengono i crampi allo stomaco.

(g.c.)

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