Nella seconda metà del 1957, in località Casaletti di Santa Rufina, su via Boccea 1115, poco prima di Valle Santa, furono rinvenuti alcuni pezzi sculturei assai interessanti.
Questi ultimi, unitamente a materiale frammentario (bassorilievo con figure di arieti e di cervo, parti di un mosaico, una fistola plumbea acquaria), facevano presupporre nell’area la presenza d’una grande villa rustica romana di età imperiale.
I pezzi forti, però, erano la statua d’Ercole con leonté (la pelle del leone di Nemea che l’eroe uccise in una delle sue fatiche) e quella d’una figura femminile panneggiata, forse una Musa.
L’Ercole (87 cm) è descritto, con fare riduttivo, da Daniela Candilio nel catalogo del Museo Nazionale Romano (Le sculture. XII, Magazzini, Sculture greche del V e IV secolo, tomo 2):
“Nella scultura, seppure molto rovinata, si riconosce una figura di Ercole per la presenza della leonté. Per la ponderazione, impostata sulla gamba destra, mentre la sinistra è scartata di lato e indietro … la stauta sembra si possa ricollegare a un tipo iconografico largamente diffuso … La pesante linea di contorno che separa il corpo dalla abbondante pelle di leone, realizzata insieme col tronco di sostegno, in maniera piuttosto approssimativa e pesante … caratterizzano la scultura come prodotto di modeste qualità, non coerentemente riuscito. L’evidente deterioramento della scultura impedisce una precisa attribuzione cronologica, suggerita solo dalla considerazione che tale genere di raffiguazione di Ercole è molto frequente tra il I e il II secolo d.C.“.

Maggiormente pregevole la figura femminile panneggiata, forse una Musa, che secondo Maurizio Borda (“Fasti Archaeologici”, 1957), è “replica da archetipo greco della fine del III o del principio del II sec. a.C.” mentre l’Ercole, per lo stesso studioso, è fatto risalire a imitazione di un modello greco del V-VI sec. a C.
I due pezzi furono immessi nel Museo Nazionale Romano il 24 novembre 1957.
Oggi, probabilmente, dormono ancora nei magazzini, ammesso che vi siano ancora.
(g.c.)