Il legame tra abitanti e territorio è fondamentale per un motivo assai semplice: nessuno come chi lo vive può conoscerlo intimamente e, perciò, spiegare aneddoti, indicare luoghi o risolvere etimologie che nessuna monografia o studio libresco potrà illustrare.
Prendiamo, a esempio, l’etimologia della località Testa di Lepre, già detta Testaleporis, cioè il motivo per cui nei documenti si è iniziato a chiamare questa ampia tenuta col nome particolarissimo di Testa di Lepre.
I topografi e gli storici più famosi non seppero mai dare spiegazioni convincenti: per la numerosissima quantità di lepri, disse qualcuno; per il nome di una locanda suggerì un altro; oppure, ma questa è soluzione popolare, perché dall’alto la tenuta assume proprio la forma d’una testa di lepre …
Una probabile soluzione l’ha fornita Giovanni Zorzi, guida dell’Ecomuseo del Litorale Roma, a Maccarese, a pochi chilometri, quindi, sia da Testa di Lepre di Sopra che da Testa di Lepre di Sotto (la tenuta si spingeva, per estensione, sino ad Aranova).
Zorzi ha spiegato che nella zona c’era sicuramente un’abbondanza di tale cacciagione (da cui trasse il nome anche la Leprignana), ma che forse il toponimo deriva dall’usanza dei cacciatori di mozzare la testa della lepre dopo averla catturata e di infiggerla su qualche paletto o punta di cancello: in modo da comunicare ai cacciatori che sarebbero venuti dopo: “Ci siamo stati già noi!”, magari con tono da presa in giro. Oppure, ma è un’idea tutta mia, questo era il modo con cui bracconieri e cacciatori di frodo avvertivano i padroni e i guardiani della tenuta; a sfidarli: “Ecco qua, siamo già passati. Vi abbiamo fregati!”.
(g.c.)