Via Boccea = via di Santa Rufina

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Orazio Marucchi (1852-1931), archeologo, epigrafista, discepolo di G.B. De Rossi, e studioso insigne del primo Cristianesimo (illustrò numerosi luoghi martiriali, da Santa Domitilla a San Sebastiano), pubblicò la sua classica opera sulle catacombe della nostra città nel 1900 (Guide des catacombes romaines).
E proprio da tale libro, nella versione italiana, proviene questa mappa del territorio.
Per interpretarla al meglio la esamineremo da sinistra a destra, nei suoi tracciati fondamentali (via Vitellia, via Aurelia Antica, via Aurelia Nuova e, come si vedrà, via Boccea) che coincidono quasi perfettamente con quelli di oggi.

1. Via Vitellia. Si stacca da porta San Pancrazio sul Gianicolo, scende e risale sino a via Leone XIII; coincidere poi con l’attuale via della Nocetta che sbocca sull’Aurelia Antica (nei pressi di via di Torre Rossa).

2. Via Aurelia Antica. Si diparte, come ognuno sa, da porta San Pancrazio sul Gianicolo costeggiando famosi luoghi martiriali (San Pancrazio, Calepodio, i discussi e discutibili Processo e Martiniano e i Due Felici); all’altezza del sito “La Tedesca”, essa continua a costeggiare Villa Pamphilj, riceve da sinistra via della Nocetta e poi, oltre il Forte Aurelio e Don Guanella, si congiunge con l’Aurelia Nuova a largo Tomaso Perassi, vicino a villa Troili. Da “La Tedesca” si distacca via del Casale San Pio V (dov’è, appunto, al Casale che fu del grande Papa) che, superata villa Carpegna, confluisce nell’Aurelia Nuova che, come ripetuto, si ricongiunge all’Antica a largo Perassi.

3. Via Aurelia Nuova. Parte da Cavalleggeri, porta oggi murata, poco prima della galleria nei pressi del Vaticano, risale il colle, quindi “sterza” a sinistra verso Madonna del Riposo, arriva a piazza Irnerio e quindi al citato con l’Aurelia Antica.

Ciò che preme, tuttavia, è la miliazione che Marucchi riserva all’Aurelia Nuova.
Al terzo miglio (4,5 chilometri) abbiamo la fusione delle due Aurelie, e ciò appare lampante.
Ma cosa avviene al secondo miglio (3 chilometri) dove vediamo staccarsi una inusitata via di Santa Rufina? Secondo un banale calcolo lì dovremmo essere a un altro crocicchio storico, quello che vede disgiungersi via della Pineta Sacchetti e via Boccea (all’odierna piazza dei Giureconsulti, distante, infatti, 3 chilometri esatti da Porta Cavalleggeri).
Ciò significa che la via di Santa Rufina del Marucchi non è nient’altro che via Boccea e cioè l’antica Cornelia. Ancora ai primi del Novecento, perciò, la Boccea era nota come via di Santa Rufina poiché conduceva alla basilica scomparsa delle due sante, al X miglio (dov’è si trova l’incrocio della Boccea con via della Storta e Casal Selce, in parole povere).
Ricordiamo che Orazio Marucchi fu maestro o mentore di Leopoldo Silli, autore delle due rarissime monografie sulla Cornelia-Boccea ove s’indagavano esaminava i luoghi storici d’essa: Porcareccia (col suo castelletto), Porcareccina (dove Silli affermava si trovassero tracce della basilica), San Mario e Marta (ad nymphas Catabassi) e il castrum Boccea, a ridosso di via Santa Maria di Galeria.

(gianluca chiovelli)

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