Galeria: la città dei morti, la piccola Pompei di Roma Nord

Lungo la via Santa Maria di Galeria, qualche chilometro dopo l’incrocio con via Boccea, si trovano i ruderi di Galeria, borgo abbandonato sin dal primo decennio dell’Ottocento (forse per una pestilenza di malaria). Si tratta di un luogo suggestivo per vari motivi: per la vicinanza del fiume Arrone su cui Galeria si affaccia, per il foltissimo intreccio della vegetazione, per il silenzio quasi totale che abbraccia i resti delle mura e del piccolo campanile; in generale per il sentore di alta antichità che da tutto promana.
Non è questo il luogo per discutere di archeologia e filologia.
Alcuni studiosi ricollegano Galeria all’etrusca Careiae, altri alla tribù rustica romana Galeria. Di sicuro essa divenne centro medioevale di rilievo poiché sede di una domusculta papale (vi erano due domuscultae chiamate Galeria: l’una a Ponte Galeria, sulla Portuense, l’altra sulla via Cornelia-Boccea “ad sanctam Rufinam”, cioé presso la Storta: è quest’ultima che venne in seguito trasferita qui). Divenuta castello in epoca signorile fu teatro di lotte fra i Colonna, gli Orsini, i Caetani, gli Anguillara. Nel 1583 accolse l’imperatore Carlo V, ospite degli Orsini.
Al di là della storia vissuta (e subìta) la città morta di Galeria rimane una meta perfetta per chi ama l’impasto fra natura e malinconica curiosità.
Domenico Gnoli (“Ecco Galeria, piccola Pompei, più desolata di quella“) le dedicò una bella lirica:

Piccolo e nero spunta sulla piana lontananza del tragico orizzonte un campanile senza la campana. Non sentieri, non voce, non impronte di passi. Scendo ove un burron s’oscura, e l’Arrone spumeggia sotto un ponte. Entro un’ombra che invita alla congiura sulla rupe tagliata erge il castellol’antichità delle dirotte mura …

Il territorio lungo la Boccea riserverà in futuro molte sorprese. È un territorio ricco di storia, più antico di Roma, che nessuno degna di studio solo perché le evidenze archeologiche non sono più così “evidenti”: le tracce di tale storia rimangono invisibili, nascoste sotto la terra e gli alberi e le strade moderne. Quando passiamo con l’automobile lungo di essa in realtà passiamo sopra le antiche fondamenta di basiliche, altari, tombe, palazzi: etruschi, romani, cristiani, medioevali. Una porzione di Boccea assai interessante è quella poco prima di Testa di Lepre, lungo la via Santa Maria di Galeria. Il basso crinale che si trova a sinistra della via (salendo appunto dalla Boccea) pullula di ritrovamenti: cisterne per l’acqua, fontanili, l’acquedotto Alsietino che arriva da Martignano, gallerie, cappellette, casali, tombe, iscrizioni imperiali, altari e, dulcis in fundo, la città di Galeria.

Questi alcuni post:

1. Sulla cisterna romana riutilizzata come cappelletta medioevale: https://www.facebook.com/primavalleinrete/posts/10823147521944962.

2. Sull’iscrizione imperiale di Augusto che regolava l’Acquedotto Alsietino: https://www.facebook.com/primavalleinrete/posts/10573522380240813.

3. Sulla città morta di Galeria: https://www.facebook.com/primavalleinrete/posts/1055285384897433

Recentemente si è aggiunta una scoperta assai importante. Proprio nei pressi della cappelletta-cisterna è stato scoperto, per puro caso, un esteso cimitero medioevale.
Da agosto alcuni archeologi e antropologi coordinati dalla Soprintendenza di Roma (ricordiamo le dottoresse Daniela Rossi e Roberta Pardi), hanno messo in luce decine e decine di corpi. A supporto, in qualità di appassionati e volontari, sono intervenuti i componenti delle associazioni “Cornelia Antiqua” e “Sotterranei di Roma”. Muniti di specilli chirurgici, spazzole, picconi, pale e parecchia pazienza, i nostri sono riusciti in pochi mesi (entro novembre), sfidando ben più di un’acquazzone, a disseppellire i sessanta scheletri e a individuare ulteriori diramazioni del cimitero stesso che, quindi, potrebbe assommare centinaia di morti. Ogni sepoltura (uomini, donne, bambini) risulta priva di corredo, perciò molto povera (si è rinvenuto solo un mezzo anellino e frammenti di vasellame et similia). Benché sappia a malapena leggere e scrivere, mi son fatto l’idea, esaminando superficialmente il contesto alla luce degli archeologi flâneur otto-novecenteschi e delle ricerche della British School, che gli individui appartengano a una comunità di contadini che risiedeva alla “periferia” della città madre di Galeria – distante poche centinaia di metri (la vicina cappelletta a due navate confermerebbe la stanzialità del gruppo). A quale periodo risalgono le sepolture? Se coeve all’affresco della cappelletta-cisterna possono datarsi al 1000-1200 d.C., all’incirca (anche questa è una mia deduzione). Rimane da scoprire dove fossero gli antichi casali che ospitavano tale comunità di Roma nord di mille anni fa. Forse sotto i casali più nuovi? Lo scopriremo. Ringraziamo, intanto, i coriacei membri di “Cornelia Antiqua” e “Sotterranei di Roma”: Cristian, Mauro, Antony, Maria, Fabrizio, Valentin, Anastasia che, a proprie spese, si sono sacrificati all’opera di scoperta.

(g.c.)

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