Storie di confine: l’Osteria delle Tre Capanne nel ‘600

Le tenute del Cinquecento avevano confini ben precisi. Questi spesso erano rappresentati da vallette, fiumi, strade.
Al limitare di tali confini potevano trovarsi delle osterie; non osterie nel senso che diamo oggi alla parola. Si trattava, a volte, di veri e propri centri d’accoglienza per viandanti e pellegrini, piccole stazioni di posta etc.
Il confine tra le tenute del Capitolo di San Pietro in Vaticano e le tenute del Santo Spirito cadeva sulla via Trionfale dov’è oggi, all’incirca, l’ospedale San Filippo Neri. Proprio lì era l’Osteria delle Tre Capanne, così detta perché, in origine, era costituita da tre capanne (sorta di tucul della campagna romana) poi ri-edificate in muratura.
Da una bella carta seicentesca pubblicata da Alexis Gauvain (1619), l’Osteria è addirittura divisa in due: una parte del Capitolo di San Pietro, un’altra del Santo Spirito.

Se ci fermiamo, con un moto di curiosità, lungo la via Trionfale, all’altezza del civico 2612, di fronte agli archi d’accesso all’ospedale e a via Barellai, possiamo notare (nella proprietà privata) due piccoli archi che recano due distinti simboli

A sinistra il simbolo del Santo Spirito, a destra quello del Capitolo di San Pietro

E tali simboli sono proprio quelli del Santo Spirito (la croce di Lorena, a sinistra) e del Capitolo di San Pietro in Vaticano (le chiavi parallele, a destra): a conferma che proprio lì correva il confine delle due proprietà.

(g.c.)

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