Il nobile Flavio e il suo maestro (ara funeraria di Boccea)

In tale articolo si faranno dei riferimenti apparentemente difficili, ma non scoraggiatevi: è tutto più semplice del previsto. Tali riferimenti, poi, sono più che altro tentativi di provocare interesse. Non sono lezioni. Posso contenere errori essendo perfettibili, cioè correggibili da chiunque.

Stavolta si parlerà di un ritrovamento in quel di Boccea e precisamente a via Giambattista Pagano 71, dov’è l’Istituto Giovanni Battista de la Salle, nei pressi dell’ex ufficio postale di Boccea.
Il ritrovamento è segnalato (assieme ad altri due, di cui parleremo in seguito) da Sergio Mineo nel “Bullettino Archeologico Comunale” del 2000, da noi più volte citato.Il reperto che esaminiamo è il più interessante dei tre. Si tratta di un’ara funeraria datata fra II e III secolo d.C. (foto 1, purtroppo poco nitida).
Su di essa è inciso un testo bilingue, latino e greco. Eccolo:

D(is) M(anibus) / T(ito) Iulio / Theopompo Pio / T(itus) Fl(avius) Athenagoras / Cornelianus / magistro et / amico optimo //Τ(ίτῳ) ∙ Ἰουλίῳ ∙ ΘεοπόμπῳΕὐσέβειΤ(ίτος) ∙ Φλάβιος ∙ ἈθηναγόραςΚορνηλιανὸςδιδασκάλῳ ∙ καὶφίλῳ ∙ ἀρίστῳ.
I due testi sono, ovviamente, equivalenti (il testo greco è raccolto nell’Inscriptiones Graecae Urbis Romae, II, 608 cioè nell’insieme di iscrizioni greche ritrovate nella città di Roma che, ricordiamolo ogni tanto, è la più importante del mondo).

Ma chi erano tali due personaggi cioè Tito Flavio Atenagora Corneliano e il suo “maestro e amico” Tito Giulio Teopompo Pio?
Secondo un saggio di Annika Kuhn (“Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik”, 2013) il nostro Flavio potrebbe avere connessioni parentali (di quale natura non si sa) col senatore Titus Flavius Athenagoras Cornelianus Furianus.
Poiché nell’ara figurano accenni al dio della medicina Asclepio e al Telesforo (una divinità in forma di fanciullo ricoperta da un cappuccio: genius cucullatus) si è portati a pensare a un rapporto fra maestro e allievo, di ascendenza greca, maturato nel campo della medicina (per greca qui si intende originaria di Afrodisia in Asia Minore, l’attuale Turchia).
Vi è, però, un ostacolo non facile da superare: la professione medica, infatti, era incompatibile coll’alto rango della famiglia (specie se questa includeva addirittura un senatore). Più ragionevole dedurre che tale rapporto di amicizia si sia instaurato nel campo dell’educazione letteraria o retorica. A meno che, continua la studiosa, la famiglia cui forse apparteneva il Tito Flavio dell’iscrizione non sia decaduta e possa, quindi, aver subito una certa “mobilità sociale”. La Kuhn porta alcune suggestioni a tale riguardo che, almeno in questo spazio, non affrontiamo.Per chi volesse approfondire si rimanda all’articolo (dovete essere iscritti al sito): https://www.jstor.org/stable/23849795
Questo altro pezzettino di storia locale confluirà, come cercheremo di fare dal prossimo autunno, in una carta archeologica del territorio di Primavalle e dintorni.

(g.c.)

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Afrodisia, in Asia Minore, attuale Turchia

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