Vorrei, con tale articoletto, inoltrare una modesta proposta alle nostre cosiddette istituzioni.
Anzitutto portando alla conoscenza degli Italiani che vivono nel territorio (Boccea, Primavalle, Pineta Sacchetti, Torrevecchia, Casalotti, Trionfale, Casal Selce e Pantan Monastero e oltre) una notizia forse sconosciuta: da noi abbiamo nientemeno che la statua di un poeta: completa di bassorilievi, d’un poema iscritto su marmo (“Neofity”, che tratta del sacrificio d’un Romano antico devoto a San Pietro) e d’una deliziosa area di rispetto.
Un omaggio quasi sacro.
Si tratta della statua di Taras Hryhorovyč Ševčenko (1814-1861), pittore, poeta, eroe nazionale ucraino. Possiamo ammirarla all’interno dell’ampio e ameno cortile antistante alla Basilica Minore di Santa Sofia, a via Boccea 478, nei pressi dell’incrocio con via Torrevecchia. Basilica di rito orientale, ma cristiana e cattolica.
Se vi andate potrete ammirare anche la fontana dei Tre Angeli (angeli simbolizzanti la Trinità sull’esempio del celebre luogo iconico di Andrej Rüblev), una statua di Vladimir I di Kiev, una coppia di angeli in bronzo all’entrata della struttura secondaria, targhe commemorative, una grande croce di Lorena, due busti in bronzo su graziose colonnette: di Ivan Kotlarewskij (1769-1838, scrittore, poeta e commediografo considerato il padre della moderna letteratura ucraina) e di Padre Markian Shashkewych (1811-1843, prete, poeta, scrittore e patriota ucraino). Per tacere, poi, di altri sei busti in bronzo, delle icone, di altro materiale celebrativo di buon gusto e, da ultimo, dell’interno della chiesa, tutto rivestito in mosaico, che, pur nella mancanza di vero sfarzo, è uno schiaffo estetico alla mostruosità architettonica lì nei pressi: ovvero la chiesa di Santa Maria della Presentazione.
E ora torniamo a noi.
Cosa possiede, invece, il nostro vasto territorio? Quello italiano, dico. Quali monumenti, epigrafi, targhe, bassorilievi, mosaici? Opere concepite e realizzate dalle cosiddette istituzioni per ricordare, omaggiare, abbellire?
A parte alcune chiese orribili alla vista (non dimentichiamo quella, stomachevole, al Quartaccio), e a pochi altri reperti storici, solo tali ulteriori due mostruosità partorite rispettivamente nel 2003 e nel 2004: la prima sovrasta l’ingresso della galleria Giovanni Paolo II, in via della Pineta Sacchetti, poco dopo il Policlinico Gemelli; l’altra deprime la vista degli automobilisti sulla via Trionfale, all’altezza del McDonalds’.
E veniamo alla proposta, in forma di domanda.
È davvero così difficile, per il cosiddetto Comune della Capitale d’Italia, o per i sedicenti Municipi del cosiddetto Comune della Capitale d’Italia, che, mi sembra, è ancora Roma, prevedere alcune opere, di bella fattura figurativa, a ricordo, commemorazione, celebrazione di alcuni importanti personaggi storici legati al nostro territorio?
Un’epigrafe per Gabriele D’Annunzio al casale della Pineta Sacchetti, per dire. O per Sibilla Aleramo. Per le SS. Rufina e Seconda sulla Boccea. O una statua per Giovanni XXIII o Paolo VI o Ursula Ledochowska o Pio XII che da queste parti si mossero alquanto. O magari un’epigrafe che ricordi le vecchie vie (via di Primavalle, via dei Casali di Primavalle, via del Pidocchio etc) da apporre sotto la targa toponomastica moderna.
Sono piccoli esempi, i primi che mi vengono in mente.
Potrei proporne a centinaia.
I soldi non c’entrano nulla, inutile dire che non ci sono. Per gli amici si trovano sempre, infatti.
E poi con chi si potrebbe parlare?
Vedo solo un deserto.
Roma e i loro governanti giacciono in un coma culturale irreversibile.
(g.c.)